La ristrutturazione di interni ed esterni della casa o del proprio appartamento è un desiderio di molti, spesso una necessità. Talvolta non appagata a causa dall’entità della spesa relativa ai lavori a cui si va incontro e che non sempre si è in grado di sostenere. Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato e le ristrutturazioni sono più accessibili grazie a una serie di agevolazioni fiscali, note anche con il nome di “bonus” che consentono la detrazione di tutta una serie di voci di spesa. Ristrutturare, potendo contare su detrazioni e incentivi ha portato agli utenti e all’edilizia un importante vantaggio fiscale. I benefici degli sgravi sulle ristrutturazioni edilizie riguardano infatti sia i committenti dei lavori che le aziende, dal momento che ogni agevolazione amplia la platea di potenziali clienti.
Cos’è il bonus ristrutturazione
Il bonus ristrutturazione è un tema ricorrente, ormai, tra le notizie quotidiane perché si tratta di una misura che interessa un’ampia platea di potenziali utenti. Se ne sente spesso parlare ma non sempre è chiaro di cosa si tratti. Si definisce “bonus” ma sarebbe più corretto parlare di agevolazione fiscale o detrazione, nello specifico della possibilità di recuperare parte dei soldi spesi per la ristrutturazione. Il recupero o rimborso di questi soldi avviene in detrazione delle tasse, non tutto insieme ma distribuito su più anni.
In generale si parla di ristrutturazione ma nella realtà la normativa individua una serie ben precisa di interventi e non per tutti è prevista a stessa detrazione.
Cosa si intende per sconto in fattura
Di pari passo con il bonus ristrutturazione procede lo sconto in fattura, di cui spesso si sente parlare. Si tratta di una seconda modalità agevolativa che prevede la possibilità, da parte della ditta appaltante di applicare in fattura uno sconto pari alla misura della detrazione. Questo vuol dire che il committente dovrà pagare solo la parte residuale. Un importante passo in avanti che amplia ulteriormente le opportunità di intervento. La ditta, a sua volta, potrà recuperare la cifra scontata attraverso più di una modalità: in detrazione dalle tasse oppure cedendo il suo credito a un istituto di credito. Tutto secondo modalità ben specificate dalla normativa che la ditta deve conoscere e saper seguire con precisione.
Cosa dice la legge
In tema di regolamentazione è importante che i professionisti e le ditte coinvolte conoscano la normativa e abbiano le competenze e le risorse umane necessarie per rispettarla. Esistono, infatti, diversi tipi di bonus, relativi ai vari interventi di ristrutturazione, ed esiste un iter specifico da seguire che prevede una serie di step da compiere in un certo modo. Dal pagamento con bonifico parlante, che deve contenere una serie di informazioni, alla comunicazione di una serie di dettagli all’Enea, agenzia nazionale preposta al controllo degli interventi oggetto di bonus. Ogni passaggio deve rispettare le indicazioni della normativa per non rischiare incongruenze, sanzioni e il venir meno dell’agevolazione stessa.
Chi può usufruire del bonus ristrutturazioni
Nella determinazione dei destinatari di questa famiglia di agevolazioni la normativa ha scelto la direzione dell’inclusione dal momento che possono accedere alle detrazioni tutti i contribuenti soggetti al pagamento dell’Irpef. Si fa riferimento non solo ai proprietari dell’immobile ma anche a chi, a diverso titolo, ha diritto di godimento del bene in questione. E quindi, ad esempio, usufruttuari, locatari e comodatari. Ma anche un familiare convivente, un coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge, il componente dell’unione civile, a patto che sostengano le spese oggetto di detrazione. I bonus possono essere applicati anche in caso di interventi condominiali, in tal caso la pratica sarà unica ma la detrazione andrà a vantaggio di tutti i proprietari che partecipano alla spesa.
Quali lavori sono ammessi
Anche nell’individuazione dei lavori ammessi all’ottenimento del bonus ristrutturazioni la normativa indica in modo ampio e preciso quali interventi possono essere inclusi. Tra quelli più citati ci sono gli interventi finalizzati al conseguimento di una maggiore efficienza energetica, un tema di grandissima attualità sia dal punto di vista economico che ambientale. Ma non sono gli unici ammessi, naturalmente, ecco alcuni altri esempi utili a orientarsi. Tra i lavori da portare in detrazioni ci sono anche gli interventi di manutenzione straordinaria come quelli che riguardano scale e ascensori e la sostituzione di infissi. Interventi di restauro e risanamento conservativo finalizzati alla conservazione e alla funzionalità dell’immobile e in particolare alla risoluzione di problematiche legate al degrado delle strutture. Rientrano tra gli interventi previsti anche i lavori necessari al ripristino di immobili danneggiati a seguito di calamità naturali, altro tema di grande rilievo oggi. E ancora: gli interventi finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche con ascensori e montacarichi, e finalizzati a favorire la mobilità interna di persone con disabilità gravi. Sono ammessi anche interventi che possano rendere più sicuro l’immobile rispetto ad atti illeciti, interventi di edilizia antisismica, di cablatura e riduzione dell’inquinamento acustico, di bonifica dell’amianto.