Uno dei passaggi più importanti nella ristrutturazione di un appartamento è la messa a norma dell’impianto elettrico, un passaggio che non riguarda solo il quadro elettrico ma anche una serie di aspetti che vedremo meglio di seguito. La legge, infatti, richiede per gli impianti elettrici di qualsiasi casa, un insieme di caratteristiche che li rendano sicuri ed efficienti. Un aspetto che riguarda non solo le ristrutturazioni ma anche tutte quelle abitazioni un po’ datate, in cui l’impianto elettrico non rispetta i requisiti minimi di sicurezza e può creare problemi di funzionamento ma anche rischi reali per l’incolumità di chi abita la casa nonché per gli elettrodomestici collegati. Come vedremo meglio, la normativa può essere considerata anche come una guida, un riferimento tecnico utile in fase progettuale non solo ai fini del rispetto della legge ma anche per dare alla casa un assetto efficiente e confortevole.
Impianto elettrico a norma: perché è importante
Come già accennato, la necessità di avere un impianto elettrico a norma ha almeno tre motivazioni. Innanzitutto, il corretto funzionamento di tutti gli elementi collegati all’impianto: dalle luci agli elettrodomestici. In secondo luogo, la sicurezza personale: l’impianto a norma prevede una serie di tecnologie che proteggono l’utente in caso di malfunzionamento. Infine, il rischio di sanzione in caso in inadeguatezza dell’impianto. Gli sbalzi di temperatura, dovuti ad esempio a variazioni improvvise del fabbisogno, oppure a un temporale, possono infatti creare problemi seri se l’impianto non funziona correttamente. E seguire la normativa della progettazione dell’impianto stesso, consente non solo di rispettare le direttive ma anche di evitare tali rischi. Sono questi i motivi per cui è importante avere un impianto elettrico a norma ed è opportuno riflettere su questa possibilità non solo in fase di ristrutturazione ma anche quando già si abita in una casa in cui l’impianto, magari datato, non rispetta i requisiti di legge, che vedremo meglio di seguito.
Cosa dicono le normative
La normativa di riferimento su questo tema è la CEI 64-8 che contiene indicazioni relative, ad esempio, alle caratteristiche generali richieste all’impianto, le prescrizioni per la sicurezza, le verifiche richieste nonché prescrizioni e raccomandazioni relative all’efficienza energetica. Di questa norma, nel tempo, si sono succedute varie edizioni, sempre più dettagliate nello specificare le caratteristiche richieste a un impianto elettrico. Nell’ottica di una maggiore efficienza e sicurezza dell’’impianto stesso, ma anche di un maggiore comfort abitativo. A questo proposito, la norma indica innanzitutto una dotazione minima di elementi relativa alle dimensioni dell’abitazione, ipotizzando tre livelli di prestazione e fruibilità: un primo livello base al di sotto del quale non è consentito scendere, un secondo livello, con un’impostazione più moderna e un terzo livello, pensato per case in cui è presente la domotica. A livelli più alti corrisponde un maggiore livello di comfort ed efficienza ma tutti i livelli sono pensati per garantire la sicurezza dell’impianto, prioritaria per questa normativa. Le dimensioni, in particolare, dell’impianto elettrico devono essere commisurate all’immobile e la normativa richiede almeno 3kwH per superfici fino a 75 metri quadri e 6kwH per superfici superiori.
Quanto costa un impianto elettrico a norma
Come già accennato, la normativa non riguarda solo il quadro elettrico ma indica nel dettaglio la quantità di punti luce, punti presa, punti antenna tv e punti telefono. Questo vuol dire che per ciascuna tipologia di ambiente, dall’ingresso alla camera da letto, dal bagno alla cucina e fino al soggiorno, la normativa resta un punto di riferimento importante in fase di progettazione dell’impianto stesso. E prevede che si possano aggiungere altri punti a quelli prescritti ma non sottrarre. Per avere un’idea della portata di queste indicazioni, basti pensare che contemplano anche i punti luce e punti presa della cantina e degli spazi esterni. In relazione alla sicurezza, la normativa indica il numero minimo di circuiti previsti in relazione alla superficie, la presenza di dispositivi di illuminazione di sicurezza ed elementi ausiliari come campanello e citofono o dispositivi antintrusione. La quantità di punti presa, punti luci e altri elementi determina il costo dell’impianto elettrico, calcolato proprio in base al numero di elementi. Naturalmente nel budget devono essere incluse anche eventuali spese di opere murarie, soprattutto se l’intervento di messa a norma avviene all’interno di un appartamento già abitato e non nell’ambito di una ristrutturazione. Proprio per semplificare questo tipo di interventi, si ricorre spesso a canaline esterne in cui far passare i cavi, per evitare di fare tracce nel muro con conseguente intervento del muratore e del pittore. A proposito di tracce, la normativa richiede che i cavi siano sfilabili, ecco perché il tubo in cui sono inseriti deve avere un diametro ampio almeno 1,5 volte in più rispetto al diametro del fascio di cavi. In tubi più ampi, del resto, sarà più semplice inserire eventuali cavi aggiunti in un secondo momento, se ad esempio si integra l’impianto con un sistema di antifurto, o altro. Infine, anche nel quadro è richiesta la presenza di almeno due moduli supplementari disponibili per eventuali interventi successivi.