La ristrutturazione di un appartamento nell’ottica di una maggiore efficienza energetica è una richiesta sempre più frequente. Il dibattito su questo tema si è intensificato molto a partire dalle misure di sostegno e agevolazioni fiscali indirizzate a quegli interventi che consentono alle case di passare da una classe energetica a un’altra più alta, in base a una tabella di classificazione. Preoccuparsi dell’efficienza energetica del proprio immobile è un approccio sempre più diffuso non solo in relazione a un eventuale risparmio economico ma anche in relazione a un crescente senso di responsabilità ambientale. Abitazioni più efficienti sono abitazioni in cui si vive in modo più confortevole, si consuma meno risparmiando in bolletta e si rispetta l’ambiente. Tuttavia, non è sempre facile capire cosa si intende per classi energetiche, individuare la propria categoria e soprattutto capire davvero quali siano gli interventi da fare per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili e in particolare degli appartamenti.
Classe energetica: cos’è e cosa indica
Il primo aspetto da capire è relativo al significato dell’espressione “classe energetica”. La classe energetica è un valore che indica la capacità di gestire in modo efficace l’energia consumata dal momento che non tutti gli apparecchi massimizzano l’energia che usano, non solo per le proprie caratteristiche tecniche ma anche per il contesto edilizio in cui si trovano. Un esempio? Un impianto di riscaldamento può funzionare alla perfezione, ma se la casa non ha buoni infissi l’efficienza energetica totale ne risentirà. Quest’ultimo è un aspetto importante da ricordare: spesso si pensa alla classe energetica degli elettrodomestici senza considerare che il contesto in cui sono inseriti può essere altrettanto determinante. La classe energetica della casa è infatti proprio la capacità di non disperdere l’energia prodotta, come vedremo meglio di seguito.
Come si calcola la classe energetica
Le classi energetiche sono indicate dalle lettere maiuscole dell’alfabeto: dalla G che indica la classe più bassa e meno performante, alla A4, la migliore in assoluto. Il calcolo della classe energetica complessiva della casa viene fatto a partire da alcuni elementi, ad esempio: la dimensione in metri quadrati, la qualità dei materiali presenti, la tipologia degli infissi e la loro adeguatezza, il tipo di tetto, l’isolamento dell’edificio e la tipologia di impianto di riscaldamento. Può influire sulla classe energetica anche l’eventuale utilizzo di fonti di energia rinnovabile. L’origine di questa classificazione è proprio una direttiva europea volta a una maggiore responsabilità e tutela ambientale.
La direttiva è stata recepita dall’Italia e qui, oggi, è prevista la produzione di un vero e proprio Attestato di Prestazione Energetica (APE). La produzione dell’APE è affidata a un tecnico abilitato e il documento si compone di due parti: una che contiene i dati generali dell’immobile come la visura catastale e la planimetria e l’altra, elaborata dal tecnico a seguito di una perizia, che contiene dati oggettivi già citati come la qualità degli infissi e la salubrità degli interni. Vengono anche applicati dei parametri per individuare la dispersione dell’energia, ad esempio attraverso porte e finestre o pareti non coibenti. Anche la zona climatica e l’esposizione dell’appartamento incidono sulle sue prestazioni energetiche ecco perché anche questo aspetto è preso in considerazione.
Caratteristica per ogni classe
L’individuazione di classi energetiche che identificano le prestazioni di un immobile ha l’obiettivo, in prospettiva, di migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio complessivo. Nell’ottica collettiva di una maggiore tutela dell’ambiente che si traduce anche in un vantaggio economico individuale, nonché in un maggiore comfort abitativo. I consumi sono infatti legati a una serie di elettrodomestici che inseriamo nelle nostre case per vivere più comodamente, per riscaldarci e per cucinare: se funzionano in modo corretto e senza dispersione di energia, la loro stessa efficacia sarà maggiore. È dunque un vantaggio complessivo notevole, ecco perché la classe energetica dell’edificio è uno egli aspetti da considerare anche in fase di ricerca e acquisto di una casa nuova, nonché da tenere presente ed eventualmente migliorare in caso di vendita. In entrambi i casi è opportuno avere un’idea più chiara delle caratteristiche di ogni classe e in ogni caso della classificazione.
Del resto, la normativa richiede per gli edifici di nuova costruzione che siano “a energia quasi zero” anche per stabilire un parametro di riferimento e invitare i proprietari ad effettuare interventi di riqualificazione energetica, anche applicando le agevolazioni fiscali previste. Come già detto gli edifici di classe energetica G sono quelli meno efficienti: si tratta spesso di edifici antichi o comunque molto datati e lo stesso si può dire per la classe energetica F su cui possono incidere ad esempio infissi che non chiudono bene. La classe energetica E, ricorrente nell’edilizia degli anni ‘70 è leggermente migliore ma ancora lontana dagli standard attuali, soprattutto a causa dell’esiguità delle mura. La classe D ha una tenuta termica migliore ma tecnologie ancora obsolete, mentre degli immobili di classe C è più facile trovare caldaie nuove e più efficienti. Dalla classe B a salire ci si trova in contesti in cui, probabilmente, sono stati fatti degli interventi mirati per migliorare la classe energetica.
Come migliorare le classi energetiche
Oggi c’è una maggiore consapevolezza dell’importanza ambientale e dei vantaggi economici legati a una maggiore efficienza energetica, e ci sono anche numerose tipologie di intervento che possono essere applicate per migliorare la propria classe energetica. Tra gli interventi meno invasivi ci sono l’acquisto di elettrodomestici di classe A o superiore, in primis la caldaia, e la sostituzione degli infissi. Tra gli interventi più ampi e incisivi il cappotto termico, l’istallazione di un impianto fotovoltaico e la sostituzione dell’impianto di riscaldamento con uno più efficiente. Infine, vale sempre la pena di consultare la normativa sulle agevolazioni fiscali, importanti, previste per questi interventi e in particolare l’Ecobonus.